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venerdì 23 dicembre 2011

Un Albero eco

All'insegna di un natale in eco-design, vi segnalo un'iniziativa lanciata lo scorso anno e ripresa quest'anno dal designer francese Fabrice Peltier.

Un albero fatto di cartone e bottiglie reciclate, dove una parte del costo andrà al WWF.

Auguri eco a tutti voi!
da "Architettura Take Away"


mercoledì 23 novembre 2011

Il design attratto dai frattali

Un frattale, una forma ripetuta all'infinito, cambiando scala.
Sappiamo cos'è un frattale, ma applicarlo al design, all'architettura e all'arte in generale assume un'altra dimensione... è come se sottolineasse che quella forma è esatta perchè ripetuta all'infinito.
Molti designer ed artisti ne rimangono affascinati: un continuo di geometrie in varie scale che si susseguono in un intreccio unico.


Ad esempio, in queste sculture di ceramica la designer irlandese Nuala O'Donovan, crea vari intrecci frattali di figure geometriche.
Un lavoro minuzioso e complesso, le sue ceramiche si possono apprezzare nelle varie esposizioni che l'artista presenta in tutto il mondo .
L'artista racconta "Spero che questo aspetto del mio lavoro evochi anche la qualità transitoria degli organismi viventi, che unisce le tracce della storia, il presente e il futuro, nei modelli che compongono le loro superfici e forme."
"Teasel Standing"
"Coral Fragment"

"Coral Figure of Eight.."

© Nuala O'Donovan




Nato da una serie di schizzi di un cubo è "Fractal 23" del designer Takeshi Miyakawa.
23 cassetti che si aprono sulle facce del cubo, è così che il designer ritrova lo spazio.
Un ripetersi di cubi dentro al cubo dividendo una geometria in altre parti più piccole.


© Takeshi Miyakawa




"Module Platform" del designer Wertel Oberfell, è un tavolino creato da moduli frattali, che imita i modelli di crescita di un albero.
I moduli si possono accostare, hanno una struttura cava, il che significa risparmio di materiali, meno rifiuti e riparmio di energia nel processo produttivo.
È realizzato in materiale ABS (Acrilonitrile Butadiene Stirene), una resina stirolica termoplastica.




© MGX




"Foglie" di Matali Crasset, è una foglia che si dirama in altre, generando una struttura per una lampada.
Il designer dice di "non voler copiare la natura, ma di voler testimoniare la sua magnificenza"


© Matali Crasset




Costituita da un frattale in metallo smaltato che si avvolge attorno ad una luce, la lampada "Raiz lamp" del designer Edoardo Perri per Avant Craft di Whomade fa parte di una serie di prodotti ispirati ai frattali che il designer ha creato.







"Fractal Arcal e Cumulus lighting" sono tre illuminazioni della disegner Sara Ivanyi.
Una sorta di ragnatela-frattale che avvolge la luce, creando giochi d'ombra molto suggestivi.
Queste nuvole di fili in metallo verniciato e gomma appartengono alla serie "Drawing Light".



© Sara Ivanyi




Oltre agli oggetti, alcuni artisti hanno creato anche delle installazioni ispirandosi ai frattali.

Come l'artista torinese Carlo Maria Maggia, che crea sculture frattali in acciaio e specchi stratificati, sculture che si mimetizzano in un gioco di forme che si intersecano.


© C. Maria Maggia




Molto particolari sono le strutture dell'architetto Marc Fornes, che elabora strutture complesse con studi realizzati al computer.
Forme geometriche che si ripetono in un gigantesco frattale.

© Marc Fornes




E vi lascio con "Evening Line", un'istallazione presentata alla Biennale di Venezia del 2008 dell'artista Matthew Ritchie, in collaborazione con gli architetti Aranda-Lasch e i designers del gruppo Arup.
Una geometria frattale che utilizza come modulo un tetraedro in alluminio verniciato in epoxy nero, che si ripete in varie dimensioni, occupando lo spazio tridimensionale.
Evening Line fa parte di un grande progetto al quale l'artista Matthew Ritchie sta lavorando da anni.



© Matthew Ritchie



(ART21)

venerdì 21 ottobre 2011

Il design ci illumina con trame naturali.

Che la natura sia una fonte di ispirazione lo sappiamo bene, vari designer hanno sempre cercato di simulare qualche forma naturale nelle loro creazioni, ma molte volte ricadevano nella banalità...
Un'illuminazione che imita le trame o le forme naturali va considerata in un ambito più ampio, alla base ci deve essere uno studio della struttura elementare della forma naturale, non semplicemente ripeterla come immagine estetica.
Ho voluto inserire questo post perchè mi è piaciuta l'idea della "Hyphae Lamp", una lampada che sembra evocare il corallo studiando la struttura di una foglia.
Ho trovato anche altre lampade realizzate seguendo trame naturali, basandosi su studi interessanti.


Cominciamo proprio con la "Hyphae Lamp" disegnata dai Nervous System Studio

Ispirati dalle venature delle foglie, i designer hanno creato simulazioni 3D, utilizzando semplici algoritmi.
Studiando i principi fisici della crescita, hanno così creato strutture organiche.


Una rete di nodi che in fase di crescita si fondono tra di loro.
Il materiale utilizzato è il nylon, ogni colata genera un modello unico.



vari modelli in 3D









Altri esempi di lampade che si ispirano a modelli naturali, fanno parte della collezione dei designer di "MGX Materialise".
Un esempio è la "Bloom Lamp" del designer Patrick Jouin's , una lampada studiata con cerniere per aprirsi come un fiore.

Si può dosare la quantità di luce diffusa che si vuole dare all'ambiente.


La lampada è un unico pezzo, e quando non si utilizza si richiude su se stessa come un bocciolo con i suoi petali.





Una lampada da un disegno naturale particolare è la "Quin" della designer Bathsheba Grossman, una sorta di dodecaedro, il solido che Platone attribuiva alla natura.



MGX materialise



"Cirrata Octopus Lamp" del designer Markus Johansson, è realizzata in corian.
Una lampada snodabile che imita i tentacoli del polpo.






Ed infine vi lascio con un esperimento curioso e dolce, la Godoy Lab, del designer Emiliano Godoy, che imita il bocciolo di un fiore.
Una lampada ecosostenibile, realizzata con otto spicchi di zucchero cotto.
L'esperimento da parte del designer consiste nello studiare la durata della vita di un prodotto rispetto al materiale impiegato.







domenica 16 ottobre 2011

Siamo arrivati a 10.000!!!


Ebbene sì, siamo in 10.000!!
Architettura Take Away ringrazia tutti voi che siete passati su questo blog!
Certo mi piacerebbe una vostra più attiva partecipazione con commenti e cose varie, ma arrivare a 10.000 visite in un blog di architettura e design è un bel traguardo, ancora GRAZIE!!!

giovedì 6 ottobre 2011

Anche l'architettura gioca a nascondino

Eh sì, anche l'architettura a volte gioca a nascondino.
Ve ne sono tante di architetture che si mimetizzano, interrate, che si confondono con l'ambiente circostante, architetture che vogliono sparire.
Affascinanti nel loro genere, lasciano spazio all'immaginazione nel capire se la scelta di realizzare un'architettura così sia legata all'estetica nel rispetto del contesto e del territorio, o sia basata su un criterio funzionale, un bisogno di sistemare la struttura interrata, o nasconderla.
Fatto sta che queste architetture creano un gioco di mistero, non svelandosi subito allo spettatore.
Alcune di queste hanno suscitato la mia curiosità...


Un esempio di architettura nascosta è la "Bolton Eco House" dei Make Architects.
Una casa ecologica costruita con materiali tradizionali e locali, che con la sua forma di fiore ed i suoi volumi interrati, si inserisce perfettamente nel paesaggio.



La eco-casa utilizza energia fornita da pannelli fotovoltaici e da una turbina eolica, inoltre una pompa di calore geotermica produce riscaldamento.
La Bolton Eco House è stata presa come esempio in un piano presentato dal governo britannico per future case, per avere zero emissioni di carbonio.


© Make Architects



Un altro progetto interrato e nascosto è il "Klima Hotel", dell'architetto Matteo Thun, questo progetto è parte di un ampliamento del vecchio hotel.


L'ampliamento si integra pienamente nel contesto naturale del "Prato dello Stelvio".
Gli ambienti sfruttando le pendenze naturali della collina, sono seminterrati, disposti su terrazzamenti dai quali fuoriescono solo i tetti-cupola che forniscono luce ed evitano il surriscaldamento delle camere.


© Matteo Thun



Rimanendo ancora in tema di case nascoste, i Patkau Architects di Vancouver nel 2010 hanno vinto un concorso per la progettazione di sei cottage nella riserva naturale circostante la Fallingwater House di Frank Lloyd Wright in Pennsylvania.
I sei cottage sono immersi nel paesaggio della Riserva Naturale di Bear Run e forniscono alloggio ai visitatori coinvolti in programmi educativi dell'Istituto Fallingwater.




La giuria ha così motivato la scelta di questo progetto come vincitore: "La sua forza non è solo in ciò che è incluso, ma in ciò che viene lasciato fuori" [nel paesaggio].





© Patkau Architects
Diciamo la verità: ma voi cosa progettereste accanto alla Casa sulla Cascata di Wright? :)



Un altro aspetto interessante sono le architetture fuori terra che si mimetizzano per scomparire, come la "Capsula Alpina" presentata da "Ross Lovegrove Studio", in Alta Badia.
Questa capsula è una sorta di rifugio per alpini, fornita di energia da pannelli fotovoltaici, con una turbina eolica ad asse verticale.


Il progetto è stato un esperimento per studiare futuri alloggi isolati, ma tecnologicamente attrezzati in tutto.
La capsula Alpina è un'unità abitativa con soggiorno, bagno e zona contemplazione.
L'interno della capsula è stato studiato per dare un effetto di design morbido, infatti le superfici sono ricoperte di pelle bianca imbottita.
Lo studio voleva creare uno spazio chiuso che avesse costantemente contatto con il paesaggio esterno.




La capsula è rivestita esternamente di una superficie a specchio per far rimbalzare i raggi infrarossi, proteggendo l'interno dal surriscaldamento.
L'involucro interno invece è trasparente, per permettere ai fruitori di godersi il paesaggio circostante.


La turbina eolica è formata da otto petali che sono i pannelli fotovoltaici.
Un'energia sufficiente può essere fornita in qualsiasi condizione metereologica, ma in caso di vento forte o neve, i pannelli si richiudono, ruotando sul perno.






Ed infine vi lascio con "Truffle" (La Trufa-Il Tartufo) di Ensamble Studio, una sorta di progetto-esperimento.
È un modulo abitativo che si nasconde nel paesaggio, costruito nel 2010 in una località spagnola con materiali naturali ed artificiali.


Per costruirlo, è stata scavata una buca nel terreno, ammassando la terra sul perimetro.
In seguito il volume è stato riempito con balle di fieno che sono state ricoperte di cemento, ed infine il tutto è stato ricoperto di terra.
Dopo un certo tempo la terra è stata rimossa, e con dei macchinari sono stati realizzati dei tagli per aprire questa sorta di bozzolo. Al suo interno sono stati trovati il fieno ed il terreno che erano stati compressi dal cemento.
I materiali, compenetrandosi tra di loro, con il passare del tempo hanno scambiato le loro proprietà, dando alla luce una massa amorfa, con un interno inusuale.
Per svuotare il tutto si son fatti aiutare da un vitello che ha mangiato gran parte del fieno per un anno.

foto fasi di progetto
Truffle così aveva subito dei cambiamenti non solo come materiali nelle fasi costruttive, ma anche come fasi, passando da massa vegetale a rifugio per animali per poi diventare un modulo abitativo.
Gli interni si ispirano al "Cabanon" di Le Corbusier.

foto progetto finito

© Ensamble Studio


Chiudo il post scusandomi con i lettori più assidui di non essere stata molto presente negli ultimi tempi.
Mi riprometto di riprendere il blog più frequentemente, aspettando i vostri commenti che per me sono un interessante spunto di discussione.
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