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mercoledì 11 maggio 2011

L'Architettura si ricopre di verde




F.L.Wright diceva: «Un medico può seppellire i propri errori, ma un architetto può solo consigliare al cliente di piantare rampicanti.»

Beh, spero proprio che al giorno d'oggi, questa tendenza di ricoprire l'architettura di verde non sia celare un'architettura ormai scarna e priva di nuove idee, spero invece che sia una maniera per voler integrare il verde nell'architettura, foderando le pareti interne di architetture di muschio, piante e quant'altro.
C'è chi li chiama, giardini verticali, chi green wall, ma il succo è lo stesso: ricoprire una parete con piante o crearne una nuova.
Ultimamente questa tendenza sta trovando la sua applicazione in hotel, negozi, musei, ed in tutte le strutture ricettive che vogliono dare un tocco "green" alla loro estetica.

Anticamente molte case ed edifici si ricoprivano d'edera per scelta o semplicemente perchè lasciati alla natura, ed era un effetto visibilmente piacevole, la natura entrava a contatto con l'architettura; monumenti, chiese, palazzi storici si ricoprivano a volte di tralci d'edera, certo non comodo dal punto di vista strutturale, visto che l'elemento vegetativo spesso intralciava i lavori di ristrutturazione, ma pur sempre rimaneva un elemento evocativo.
Oggi chissà, forse volendo imitare il passato, o per una scelta da parte dell'architetto di non voler dimenticare la natura, si sta scegliendo sempre più di introdurre il verde nell'architettura, dagli edifici eco-sostenibili a quelli bio-architettonici, ed ora introducendo il "verde verticale".


Vediamo un po' di esempi :
Ann Demeulemeester Shop a Seoul in Corea del Sud, dei Mass Studies Architetects, è un esempio di come un'architettura può essere foderata di verde, come un velluto.

Il muschio che riveste le pareti crea un netto contrasto con le parti lasciate volutamente in bianco. Il verde è come se si modellasse sui muri.








Un altro store che ha utilizzato pareti verdi, è Anthropologie in Regent Street a Londra dei designer Biotecture, che con i suoi living wall, ha stupito i designer alla ricerca di tocchi verdi.
I suoi muri "viventi" sono dotati di 11.000 piante da interno in 15 varietà differenti, compresa quella "ragno" che, oltre a creare un fantastico effetto, migliorano la qualità dell'aria. Per irrigare queste piante si utilizza l'acqua piovana proveniente dal tetto.








E termino con un concept: il Symbiotic Green Wall, dei designer K. Jung e H. Kelly Choi.
Si tratta di un muro eccologico, che ha la funzione di monitorare l'impatto ambientale di un cantiere edile.


Il muro, oltre ad avere la normale funzione di separare il cantiere dalla strada, ha una funzione di purificazione.
È formato da un doppio strato con un'intercapedine dove viene raccolta l'acqua piovana che viene purificata e fornita al cantiere.
Un'altra parte di acqua viene invece destinata al verde installato sulla parete esterna.
Infatti i designer hanno pensato di creare un piccolo ecosistema sulla parete esterna, delle aree dedicate al verde, ed altre dedicate agli uccelli, dove questi possono nidificare.
In questa maniera si può controllare se il Symbiotic Green Wall stia svolgendo la propria funzione ecologica contro l'inquinamento del cantiere, perchè solo se non c'è inquinamento gli uccelli potrebbero vivere sul muro.




La parete esterna del Symbiotic Green Wall, è dotata anche di luci, e sedili per i passanti. Il concept diventa così una sorta di muro interattivo, che potrebbe sostituire i normali e polverosi recinti di cantiere, evitando che le persone si allontanino dall'opera in corso.


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