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martedì 18 dicembre 2012

Fatti di FANGO - Made of MUD

Strano parlare di qualcosa fatta di fango vero?
Oggetti, installazioni, parchi, etc. realizzati con questo materiale naturale.
Forse oggi si pensa poco al suo utilizzo ed alla sua natura per modellare oggetti o come materiale da costruzione, ma fin dall'antichità il fango è stato utilizzato nei modi più svariati.


Ho trovato un progetto, il "Mdula", nato dalla collaborazione dell' UIAH (University of Arts and Design Helsinki) con il WWF.
Si tratta di un concetto di produzione di stufe a biomassa realizzate in fango, una ricerca svolta da cinque studenti provenienti da diverse parti del mondo. Il progetto, grazie agli sponsor, ha preso il via in Malawi, nel Chembe Village, nel 2004.








"Mud Brick Spiral" dell'artista Elin Hansdottir è un'installazione realizzata con il fango, in collaborazione con otto artigiani locali. Una spirale pensata per la Marrakech Biennale del 2012, un'opera realizzata per il villaggio di Tassoultante, in Marocco.







"MudWorks" di Anna Heringer è un'altra installazione, ma nasce come un esempio di come questo materiale può essere utilizzato per costruire pareti.
Una dimostrazione sull'utilizzo di murature di questo tipo, che sono solide e soprattutto possono sostituire le murature in cemento in alcune aree.
Quest'opera è stata realizzata nello spazio esterno dell' "Harvard Design School" di Gund Hall



Una targa posta su quest'installazione cita:  "Built with EARTH and WATER. Fashioned by the human HAND. As RESILIENT as concrete. This wall can be reclaimed by NATURE."
"Costruito in TERRA e ACQUA. Plasmato dalla mano dell'uomo. RESISTENTE come il cemento.Questo muro può essere reclamato dalla NATURA."




E visto che sono qui nei Paesi Bassi, volevo anche parlarvi di un progetto che sta nascendo da poco, aree di gioco immerse completamente nella natura, costruite con materiali naturali, come la terra, il fango, la sabbia e l'acqua. Il progetto chiamato Mud on your pants comprende sei aree gioco sparse in tutto il territorio olandese. Un modo originale di far relazionare i bambini alla natura.







E Vi lascio con queste texture...



Di seguito un link con varie texture a tema:

http://www.iwebdesigner.it/texture-photoshop/raccolta-di-mud-texture-photoshop-25027.html

martedì 6 novembre 2012

Muschio nel Design

Da quando sono approdata qui nei Paesi Bassi, mi sono sentita circondata da questo elemento naturale, che per me ha sempre avuto un fascino evocativo, mi ha sempre attratto ed ho scoperto che attrae anche molti designer, i quali si stanno sbizzarrendo ad utilizzarlo tanto negli oggetti, come nell'arredo e nelle installazioni.

Al London Festival of Architecture, le designer norvegesi Pushak, hanno presentato l'installazione "Moss your city" realizzata con il muschio.
Un percorso-labirinto organizzato con passaggi-grotte ricoperte di muschio.
Le designer volevano creare attenzione attorno al loro clima, che in condizione di umidità favorisce la nascita del muschio, così hano sperimentato nella città di Londra questa installazione.
Un progetto che come dicono: "esplora il rapporto tra l'architettura contemporanea della Norvegia con il suo paesaggio e le sue risorse naturali, in risposta alle condizioni locali di Londra."




photos © Pushak


MOSS design dello studio "Verde Profilo", è un esempio di come il muschio può essere utilizzato nell'arredo.
Dalle pareti agli oggetti di casa, i "Moss" hanno dado un tocco di muschio, creando effetti unici.



Si sono dedicati a creare una vera e propria paletta di colori, ispirandosi alle spezie ed alle erbe; come la malva, il cumino, la paprica, etc.

photos © Verde Profilo_MOSS design



La designer dello studio PIA design, si è divertita a sperimentare il muschio, inserendolo nei suoi tappeti, come il tappeto "Garden Rug", realizzando disegni con motivi naturalistici.
E come racconta lei stessa "What qualities can a living organism bring to an  otherwise inanimate object? "
Interessante da leggere è la sua Moss Story

photos © PIA design



Ultimamente anche nella "street art", si sta sperimentando il muschio, con spray per realizzarne graffiti sui muri. Artisti come Anna Garforth hanno realizzato scritte e disegni con questo spray, trovando una sorta di ricetta sul come prepararlo. Un'idea semplice ed efficace come soluzione ai graffiti, che a volte imbrattano i monumenti.





© Anna Garforth



Ed infine vari esperimenti vengono realizzati con il muschio, come "Moss Table", dei designer Alex Driver e Carlos Peralta in collaborazione con Paolo Bombelli.
Praticamente si tratta di un concept design, un tavolino con lampada che utilizza il muschio e la fotosintesi, per produrre un piccolo bio-sistema fotovoltaico.

Con questo esperimento, i designer mettono in evidenza il potenziale dell'energia fotovoltaica in un futuro.



photos © A. Driver, C. Peralta, P. Bombelli

lunedì 1 ottobre 2012

"Architettura Take Away" moves!

Rieccomi qui, chiedo scusa a tutti voi per l'assenza di post in questi ultimi tempi.
Il motivo è che "Architettura Take Away" ha lasciato la Spagna per spostarsi in Olanda.
Un tempo di cambi, ma  nuovi post sono già pronti per essere pubblicati.
Un grazie speciale a tutti voi per continuare a seguire questo Blog!












giovedì 31 maggio 2012

Alghe nel Design?

Ebbene sì, le alghe saranno l'energia del futuro, il nuovo materiale.
Vari scienziati ne stanno studiando ed analizzando le proprietà, per sfruttarne il potenziale sia come carburante (bioetanolo), sia come fonte energetica, sia come materiale nuovo che come tessuto nuovo.
Insomma sono tante le possibilità che ci si possono aspettare dalle alghe.


Ultimamente i ricercatori inglesi dell’Università di Aberystwyth, stanno studiando un'alga proveniente dalle coste della Scozia, la "Laminaria Digitata", che potrebbe servire per produrre biocarburante. Il periodo migliore per la raccolta è quello estivo, in quanto l'alga produce molti carboidrati e zuccheri che fermentando servono a produrre etanolo.
Praticamente l'energia del futuro potrebbe essere il biocarburante ricavato dalle alghe.

Sono vari i progetti e le idee che ultimamente gli studiosi stanno cercando di ricavare dalle alghe.
Soluzioni come il raccoglitore di alghe portatile, il Green Trasformer dei designer Y. Liu, J. Yu-ning e L. Jing, che trasforma le alghe in bio-olio, un biocarburante.
Questo dispositivo, dotato di pannelli solari viene immerso nelle alghe, ed utilizzando la fotosintesi ricavata dai pannelli stessi e combinandosi con un additivo chimico, trasforma le alghe in bio-olio.
L'eco-carburante immagazzinato nel serbatoio del dispositivo, potrà poi essere travasato ed utilizzato.






Ideato per il "Seoul International Design Competition 2010", Green Trasformer potrebbe essere una soluzione per estrarre da soli, in maniera facile e comoda il biocarburante.

© Yi Liu Jiang Yu-ning Luo Jing





Ed avete mai pensato di poter mangiare i bicchieri ad un party?
Le designer "Leigh Ann Tucker, Chelsea Briganti, Monica Bhatia e Ingrid Zweifel" hanno ideato per il The way we see the world "Jelloware" i bicchieri biodegradabili commestibili.
Sono realizzati con una gelatina vegetale estratta dalle alghe agar-agar, praticamente un gelificante naturale che viene utilizzato anche molto nella cucina giapponese col nome di kanten.

Questi bicchieri possono essere mangiati mentre si sta bevendo, rilasciando il proprio sapore perchè sono aromatizzati in tre gusti differenti.
Eco-compatibili al 100%, se gettati a terra sono degli ottimi fertilizzanti per le piante, in quanto l'agar-agar è pieno di minerali.


Le designer hanno creato questi bicchieri prototipi nell'ambito del food design per il "GSS Jell-O Mold competition", un concorso che riguarda la gelatina utilizzata nel design. Oltre a questi bicchieri le designer stanno lavorando anche a protipi di piatti realizzati allo stesso modo.

© L. A. Tucker, C. Briganti, M. Bhatia e I. Zweifel"










Ed una lampada fatta di alghe?
È l'"Algae Vase" del designer olandese Mandy den Elzen.
Una lampada realizzata con foglie di alghe Laminaria, un'alga bruna.

Le foglie di alghe vengono bollite, per poi essere modellate e dare la forma alla lampada, infine cucite tra loro, per dare solidità alla forma.
Una volta essiccate, vengono coperte da una resina trasparente. In questo modo la lampada assume un aspetto traslucido, creando effetti davvero suggestivi.


© Mandy den Elzen





Quest'altra lampada invece utilizza una miscela di alghe e fotosintesi per poter funzionare.
È la "Latro Lamp" ideata dal designer Mike Thompson's in collaborazione con i ricercatori della Yonsei University (Corea del Sud)
Una lampada con miscela di alghe che per poter funzionare utilizza energia solare, CO2 (anidride carbonica) e acqua.
Praticamente per ottenere la nostra lampada eco, basterà esporre la lampada alla luce solare e soffiare in un'apertura del serbatoio CO2, per dare anidride carbonica alle alghe.
In questa maniera si avvierà il processo di fotosintesi.
In un'altra apertura si aggiungerà acqua per far fuoriuscire l'ossigeno prodotto dalle alghe.
Ed ecco la luce dalla nostra Latro Lamp!





© Mike Thompson
Animation by James Francis





E perchè no? Anche i tessuti possono essere fatti di alghe.
Come il tessuto fatto con fibre di alghe e proteine del latte, prodotto da un'azienda tedesca "Two Square Meter".
Un tessuto che oltre ad essere eco-compatibile, risulta anche benefico per la pelle.
Una bella svolta per il futuro mondo della moda.


© Two Square Meter





E continuando a parlare di tessuti, l'agenzia I&S BBDO Tokio, ha prodotto Design Nori, dei fogli di alga per arrotolare il sushi.
Un'idea dell’"Umino Seaweed Shop", per incentivare il commercio delle alghe in Giappone, che aveva subito un calo delle vendite dopo lo tsunami del 2011.


Questi fogli di alghe sono tagliati con il laser e rappresentano disegni della simbologia e cultura tradizionale giapponese.
Sono cinque texture; Sakura i fiori di ciliegio, Asanoha i fiori di canapa, Mizutama le gocce d’acqua, Kikkou il guscio della tartaruga e Kumikkou il guscio di testuggine.




© I&S BBDO





Le alghe possono dare il loro contributo anche per i lampioni di città .
Ci ha pensato il biochimico francese Pierre Calleja, lampioni che assorbono il CO2, come 150-200 alberi.
Sono lampioni in fase sperimentale che sfruttano l'energia delle micro-alghe e la fotosintesi, per assorbire una tonnellata di biossido di carbonio in un anno.





© Pierre Calleja





Ed infine, sempre parlando di lampioni, vi lascio con "Biolamp" del designer ungherese Peter Horvath.
Un lampione che converte l'anidride carbonica CO2 che si trova nell'aria in biomassa.

Praticamente un lampione eco-sostenibile, che ha varie funzioni; assorbe smog, trasforma il biossido di carbonio per estrarre bio-carburante, ed illumina la città grazie ad un liquido composto di alghe ed acqua, creando così una reazione chimica con la luce solare.

© Peter Horvath
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